La legge 251 del 2000 è una legge nata allo scopo di disciplinare le Professioni Sanitarie e sancire definitivamente la legittimità dell’agire professionale dell’infermiere. La professione dell’infermiere presenta al giorno d’oggi maggiori responsabilità che a loro volta richiedono maggiori competenze, autonomia, abilità e capacità. E proprio a questo proposito è stato di fondamentale importanza il cambiamento apportato dalla legge 251 del 2000. Vediamo la legge in questione più nello specifico.
La disciplina delle professioni sanitarie
La legge 251 del 2000, nello specifico, disciplina le professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della prevenzione, della riabilitazione e della professione ostetrica. Partendo dai suoi primi quattro articoli, questa legge sancisce la struttura generale utilizzata per la classificazione delle professioni sanitarie: l’art. 1 tratta le professioni infermieristiche e la professione sanitaria ostetrica, mentre l’art. 2 tratta le professioni sanitarie riabilitative. A seguire, l’art. 3 tratta le professioni tecnico-sanitarie, a loro volta distinte in un’area tecnico-diagnostica e un’area tecnico-assistenziale; e l’art. 4 tratta le professioni tecniche della prevenzione.
Nel susseguirsi degli articoli appena citati e nei successivi, la norma sancisce l’autonomia della professione sanitaria infermieristica e l’attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni. L’operato dell’infermiere professionista si affida perciò all’evoluzione scientifico-tecnologica e all’organizzazione del lavoro attraverso metodologie per obiettivi. Inoltre, grazie all’emanazione di questa legge viene assegnata la direzione delle attività infermieristiche alle specifiche dirigenze infermieristiche, in questo modo viene sancita ancor più specificatamente l’autonomia di autogestione all’interno degli ambienti operativi e sanitari.
La formazione universitria e i titoli
Alcuni punti di questa legge trattano anche la formazione universitaria rivolta a questo specifico settore, sancendo l’equipollenza dei titoli che permettono l’accesso alla professione. Questi risultano validi anche per l’accesso ai corsi universitari previsti per essere ammessi alle funzioni di dirigenza ossia la laurea specialistica. In aggiunta a questo, la legge in questione invita le diverse sedi universitarie a concludere i corsi non universitari di dirigenza infermieristica. Nello specifico dell’art.7, la legge invita le Regioni, nell’attesa dell’avvio della laurea specialistica, a istituire la nuova figura dirigenziale all’interno delle aziende ospedaliere e di definire gli accessi alle dirigenze attraverso concorsi pubblici a tempo determinato. Inoltre ha dato vita al SITRA (Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo Aziendale), simbolo di questa nuova autonomia professionale.
Grazie alla legge 251 del 2000, è dunque avvenuto un cambiamento molto importante: nel panorama attuale l’infermiere diviene una figura responsabile, promotrice di progetti, in grado di programmare e conseguire determinati obiettivi. Chi accede alla professione di infermiere si interfaccia personalmente con altre figure o strutture professionali e riconosce l’importanza di lavorare in équipe con una dimensione propria, pur mantenendo le caratteristiche peculiari della sua professione che da sempre prevedono il prendersi cura delle persone; l’assistere queste ultime in più modi e l’essere sensibile alla sofferenza e ai bisogni di ogni singolo assistito.